Il carrello degli italiani: tendenze di consumo e curiosità

Il carrello della spesa come specchio dei tempi attuali 

Fare la spesa rappresenta uno di quei gesti quotidiani all’apparenza semplici, ma capaci di raccontare molto sul contesto sociale e sulle trasformazioni in atto. Il carrello della spesa riflette abitudini alimentari, priorità, valori, cambiamenti e perfino contraddizioni della società contemporanea. 

Tra gli scaffali si legge una storia fatta di scelte quotidiane, influenzate da fattori culturali, economici, ambientali e mediatici. Osservando ciò che finisce nel carrello emergono tendenze consolidate e nuove influenze, scelte legate al benessere, alla sostenibilità, alla praticità o semplicemente al gusto personale. 

Che si tratti di un pacco di pasta, di una bottiglia di latte vegetale o di una vaschetta di fragole già lavate, ogni acquisto racconta una micro-decisione che si inserisce in un quadro più ampio: quello della società italiana contemporanea. 

Cosa finisce oggi nel carrello degli italiani 

Negli ultimi anni, la spesa alimentare in Italia ha subito trasformazioni evidenti, determinate sia da nuove esigenze funzionali, sia da influenze culturali e di consumo. Le analisi di mercato mostrano una crescita costante di prodotti con caratteristiche salutistiche o percepite come tali. 

Gli alimenti “senza zuccheri aggiunti” o “pochi zuccheri” rappresentano una delle categorie più dinamiche. Secondo i dati dell’Osservatorio Immagino, i prodotti “pochi zuccheri” hanno registrato una crescita del +18,3% a valore, mentre quelli “senza zuccheri aggiunti” sono aumentati del +18,5% a valore. 

In parallelo, si diffonde il consumo di alimenti cosiddetti “rich-in“, ovvero arricchiti con proteine, fibre, calcio o fermenti lattici. Questa categoria include yogurt proteici, bevande vegetali addizionate, snack funzionali e prodotti da forno arricchiti, che rispondono alla crescente domanda di alimenti funzionali. 

Tuttavia, alcuni esperti sottolineano che il successo di questi prodotti è spesso alimentato da strategie di marketing e comunicazione persuasive. In diversi casi, gli alimenti ad alto contenuto proteico sono altamente processati e non sempre rappresentano un’opzione nutrizionalmente equilibrata. La crescente attenzione verso la salute e la forma fisica si traduce dunque anche in un aumento dell’acquisto di prodotti “di tendenza”, non sempre corrispondenti a reali esigenze fisiologiche. 

La spesa sostenibile e la lotta agli sprechi 

Oltre al benessere individuale, si rafforza l’attenzione verso l’ambiente. Il carrello si arricchisce sempre più di prodotti sostenibili, sia in termini di contenuto che di confezionamento. Cresce la richiesta di imballaggi compostabili, materiali riciclati, filiere trasparenti e produzioni a basso impatto ambientale. 

Un tema centrale rimane quello dello spreco alimentare, che in Italia rappresenta ancora un costo economico e ambientale considerevole. Secondo le ultime rilevazioni di Waste Watcher International, ogni cittadino spreca circa 80,9 grammi di cibo al giorno, pari a 566,3 grammi settimanali, con un costo complessivo dello spreco di filiera di circa 14 miliardi di euro. 

La risposta a questo problema si manifesta in comportamenti sempre più diffusi: 

  • Il 60% dei consumatori controlla regolarmente gli alimenti prossimi alla scadenza o li congela, 
  • Il 56% assaggia comunque i prodotti che hanno superato il termine minimo di conservazione per valutarne le condizioni prima di gettarli, 
  • Il 78% consuma gli avanzi entro il giorno successivo. 

Un ulteriore esempio è costituito dall’acquisto di prodotti invenduti a fine giornata, spesso proposti a prezzo ridotto e ancora perfettamente consumabili. Questo tipo di scelta consente di evitare sprechi, risparmiare e contribuire a un modello di consumo più sostenibile. 

Contemporaneamente, si afferma la tendenza alla spesa più frequente, leggera e mirata, con acquisti destinati a coprire solo pochi giorni, per contenere gli eccessi e migliorare la gestione domestica degli alimenti. 

Profili di consumo: single, famiglie e over 65 

Il contenuto del carrello varia sensibilmente in base alla composizione del nucleo familiare, alle abitudini quotidiane e alle esigenze specifiche legate all’età. 

Le persone che vivono da sole tendono a privilegiare prodotti pratici, veloci e facilmente conservabili. Monoporzioni, piatti pronti, frutta già lavata, snack funzionali e alimenti surgelati compaiono con frequenza nei loro carrelli. La spesa risulta spesso frammentata, meno pianificata e più orientata a soddisfare bisogni immediati. 

Nelle famiglie, il carrello assume una dimensione più strutturata. Pasta, riso, carne bianca, legumi, verdure fresche, latte, merende confezionate e prodotti da colazione rappresentano i principali acquisti. La scelta ricade su formati convenienza, ingredienti versatili e soluzioni utili a comporre più pasti nel corso della settimana. È frequente la pianificazione della spesa per coprire l’intero fabbisogno settimanale, con particolare attenzione alla varietà e alla gestione degli orari. 

Gli over 65 mostrano una preferenza per prodotti semplici, facilmente digeribili e legati alla tradizione culinaria italiana. Pane fresco, frutta di stagione, pesce, formaggi delicati, riso e verdure rappresentano la base della spesa. L’acquisto si svolge spesso nei negozi di prossimità o nei mercati, con frequenza costante e particolare attenzione ai dettagli, incluse etichette e provenienza dei prodotti. 

Geografia del consumo: Nord, Sud e tendenze trasversali 

La geografia continua a influenzare i comportamenti d’acquisto, riflettendo stili alimentari differenti e priorità specifiche legate al territorio. 

Nel Nord Italia si registra una maggiore diffusione di prodotti pronti al consumo, refrigerati, surgelati o confezionati. Tra gli articoli più presenti compaiono zuppe pronte, insalate in busta, yogurt funzionali, snack da lavoro e bevande proteiche. Il ritmo quotidiano più serrato e la diffusione del lavoro d’ufficio incidono sul tipo di prodotti scelti, spesso legati alla velocità di preparazione e al consumo fuori casa. 

Nel Sud Italia il carrello mostra una composizione più tradizionale, con prevalenza di ingredienti freschi e materie prime per la preparazione domestica. Verdure di stagione, pane fresco, conserve, pasta, olio extravergine e legumi secchi sono tra i prodotti più frequenti. La spesa risente ancora del forte legame con la cucina casalinga e con abitudini tramandate, dove qualità e stagionalità mantengono un ruolo centrale. 

Parallelamente, si consolidano tendenze trasversali a livello nazionale. Una parte crescente della popolazione dichiara di fare la spesa senza una lista precisa, lasciandosi guidare da ispirazione, disponibilità sugli scaffali o novità. Allo stesso tempo, si diffonde l’abitudine alla spesa più frequente e a minor volume, utile a garantire freschezza, adattabilità e controllo degli sprechi. 

Curiosità e rituali della spesa italiana 

Dietro l’apparente semplicità dell’atto del fare la spesa si nascondono curiosità e comportamenti che rivelano aspetti inaspettati della società italiana contemporanea. 

Gli orari strategici 

Se prima gli acquisti al supermercato si concentravano nel tardo pomeriggio, ora si registra buona affluenza anche nelle prime ore del mattino e nel primo pomeriggio tra le 13 e le 15. Questa trasformazione riflette nuove modalità di lavoro e organizzazione familiare. 

La fascia oraria tra le 13:00 e le 16:00 si distingue per vantaggi sia economici che gestionali: dopo l’orario di pranzo è meno probabile fare acquisti impulsivi, rendendo la spesa più razionale e mirata. 

Il fenomeno della spesa mensile ridotta 

Un dato sorprendente emerge dalle ricerche più recenti: dal 2023 al 2024 la spesa media mensile delle famiglie italiane è diminuita del 5%, passando da 409 a 387 euro. Questo calo non riflette necessariamente una riduzione dei consumi, ma piuttosto una maggiore oculatezza negli acquisti e una ricerca costante di convenienza. 

La frequenza della spesa come abitudine consolidata 

Il 62% degli italiani va al supermercato almeno una o due volte alla settimana, mentre quasi un quarto (23%) ci va anche più spesso. Questo dato rivela come la spesa sia diventata un rituale ricorrente, spesso legato più alla socialità e alla routine che alla reale necessità di approvvigionamento. 

Il ritorno alle origini con innovazione 

Nonostante l’avanzare della tecnologia e delle nuove tendenze anche in cucina, si registra un “ritorno alle origini” che ribadisce il ruolo del cibo come centro della quotidianità. I supermercati hanno registrato un incremento delle vendite pari al 3,8% in valore e al 2% in volume, con una netta ripresa di frutta, verdura e prodotti freschi, segnando una riscoperta dei valori tradizionali in forme nuove e moderne. 

L’effetto “lista della spesa dimenticata” 

Un comportamento sempre più diffuso riguarda l’abitudine di entrare nei punti vendita senza una lista precisa, affidandosi all’istinto e alle novità del momento. Questo approccio, apparentemente casuale, nasconde spesso una strategia inconscia di esplorazione e scoperta di nuovi prodotti. 

Capita spesso che si entri nei punti vendita con l’intenzione di acquistare pochi articoli essenziali e si esca con un carrello pieno. Un comportamento comune che conferma quanto la spesa, oltre a essere un atto razionale, possa diventare anche uno spazio di scoperta, esplorazione e desiderio. 

L’influenza dei social media sulle scelte alimentari 

Le piattaforme digitali hanno avuto un impatto significativo sulle scelte alimentari contemporanee. TikTok, Instagram e YouTube influenzano il contenuto del carrello in modo sempre più diretto. 

Le ricette virali – come quelle col pistacchio, le bowl proteiche, il porridge o i pancake all’avena – generano una domanda immediata degli ingredienti necessari, spesso concentrata in brevi periodi. Alcuni prodotti, come bevande o snack particolari, diventano oggetto di ricerca attiva sugli scaffali dopo essere stati mostrati in video ad alto engagement. 

La spesa si trasforma così in una forma di contenuto: video “haul”, “svuotaspesa”, consigli sui prodotti più convenienti, sfide alimentari e vlog “cosa mangiare in un giorno” contribuiscono a trasformare l’atto dell’acquisto in un’esperienza anche visiva e condivisa. 

Il carrello si arricchisce di prodotti scelti non solo per funzione o necessità, ma anche per estetica, storytelling e riconoscibilità social. Questa dinamica crea nuove forme di consumo dove l’aspetto visivo e la condivisibilità diventano criteri di scelta significativi. 

Il carrello come narrazione contemporanea 

Il carrello della spesa non è mai solo una somma di prodotti. Ogni sua variazione riflette scelte quotidiane influenzate da tempo, risorse, gusti, abitudini e valori. Dietro ogni articolo selezionato si nasconde una motivazione, consapevole o meno, che rivela un modello di consumo, un approccio alla salute, una sensibilità ambientale o una preferenza culturale. 

In un contesto in continua evoluzione, la spesa assume un ruolo sempre più attivo: non più solo gesto funzionale, ma momento di attenzione verso ciò che arriva sulle tavole italiane. Il carrello racconta abitudini, aspettative e cambiamenti della società contemporanea. Ogni prodotto inserito rappresenta un piccolo tassello di una narrazione più ampia che descrive l’Italia di oggi attraverso le sue scelte alimentari quotidiane. 

La prossima volta che attraversate le corsie di Sole365, fate caso a com’è cambiata la vostra spesa nel tempo: quale metodo utilizzate per scegliere? Cosa vi influenza di più? Anche il vostro carrello racconta una storia! 

Instagram